Il minimo comune denominatore tra i viaggiatori non è più solo la destinazione, bensì è una specifica passione che li accomuna.
In quest’epoca il lusso non viene più interpretato con il possesso di beni materiali esclusivi ma piuttosto come “benessere relazionale”.
Nel viaggio e nel rapporto con gli operatori turistici si passa dal “dove mi mandi?” o “che cosa mi puoi proporre?” a “che cosa mi fai provare?”.
Si desiderano esperienze uniche, autentiche, a contatto con gli abitanti di quella fetta di mondo che hai deciso di esplorare e della quale hai deciso di fare parte, anche se per un tempo limitato.
Le parole “esperienza” ed “emozione” stanno modificando il significato stesso di viaggio o vacanza.
Nel corso di questo genere di viaggi - che siano tour itineranti o soggiorni, guidati o in libertà, on-the-road - il viaggiatore amplia i propri orizzonti, impara strada facendo, parte con una valigia e ritorna con un bagaglio di relazioni, esperienze, saperi e sapori nuovi.
Da un viaggio esperienziale si ritorna cambiati: questa mutazione è il vero tesoro che ci si porta a casa.
Fanno parte di questa categoria i viaggi che ricalcano le descrizioni di libri cult, detti anche viaggi letterari; oppure i viaggi astronomici, geologici, naturalistici, cinematografici, archeologici, antropologici, artistici, enogastronomici, nei quali si studia, si degusta, si sperimenta, si scoprono le origini, si entra nelle case dei veri abitanti, ci si scambia esperienze e tradizioni.